lunedì 15 ottobre 2012

Dalla Fincantieri Palermo al Comprensorio Montalto:dieci anni di calcio cosentino tra passato,presente e futuro

Era il 19 Ottobre del 2003 ed il Cosenza Fc si apprestava a disputare, dopo anni di cadetteria, il campionato di serie D,una categoria che non conosceva da decenni.
L'allora sindaco Catizone, spinto dall'entusiasmo della piazza per un progetto di rinascita calcistica che appariva vincente, consegnò alla città bruzia una nuova creatura con Gigi Lentini come capitano.
Dopo aver perso in casa con Rossanese e Vigor Lamezia e pareggiato col Milazzo il pubblico di casa, che aveva risposto con una media di oltre 10000 presenze a partita, attendeva una convincente vittoria contro la Fincantieri Palermo, non certo blasonata quanto le squadre incontrate in B.
L'ennesima sconfitta spazientiva i tifosi che impattavano così con la crudele realtà:il progetto del ds Pitino, che fuggirà da Cosenza nottetempo,faceva acqua da tutte le parti.
Gli anni a venire fino al 2007 non saranno di certo esaltanti per i bruzi: l'anno delle due squadre e del derby con tanto di esultanza di Sossio Aruta, il duplice mandato di Intrieri che culmina con la cessione allo jonico Nucaro il quale pone fine con la sua gestione, al progetto Cosenza Fc/As Cosenza.
Il resto è storia più o meno recente:la cordata ribattezzata "dei tirrenici" varca il Campagnano ed il Rende diventa prima Fortitudo Cosenza e poi,riappropriandosi del marchio storico,Cosenza 1914.
Saranno due campionati all'insegna del condottiero Mimmo "One" Toscano,oggi in B a Terni, il quale assieme al Dg Mirabelli costruisce una squadra schiacciasassi capace di vincere,prima volta nella storia rossoblu',due campionati di fila.
Dopo un buon campionato di Prima Divisione la società finisce nelle stesse mani che l'avevano portata a scomparire nel 2003,e la fine purtroppo è la stessa:la sparizione dal calcio che conta.
La Nuova Cosenza di Guarascio e soci, con il duo Fiore e Leonetti alla guida dell'area tecnica,sfiorerà la promozione al primo colpo incontrando l'ostracismo degli organi federali riguardo ad un ripescaggio meritato sul campo e non meritato da chi non ne aveva titolo.
E' di ieri la sconfitta col Comprensorio Montalto, che brucia ed abbatte ma che da forza ai mai domi tifosi rossoblù.
La speranza di tutti noi tifosi è rivolta non tanto ad una rinascita quanto ad una definitiva e stabile collocazione nel professionismo del calcio:Cosenza ha una vastissima provincia da cui poter attingere per la costruzione di un solido vivaio,serbatoio in termimi economici e di sopravvivenza per una società senza milionari alle spalle.
Si dovrebbe però remare tutti nella stessa direzione, far convergere energie ed eccellenze sportive,imprenditoriali,manageriali nella stessa direzione.E creare una solida struttura di foresteria.
Così squadre come il Montalto,assieme alle altre della provincia, dovrebbero essere,nella loro giusta collocazione dilettantistica, parte del progetto Cosenza.
Si avrebbe più lustro nel fornire giovani di sicuro avvenire al professionismo di un campionato di Lega Pro piuttosto che convergere tutte le forze per vincere "la partita della vita" e poi non assicurarsi un futuro.
Ci sono migliaia di persone pronte a tornare al San Vito ma hanno il cuore lacerato dalle molteplici delusioni, e meriterebbero un futuro più roseo.
Fra due anni si celebrano i 100 anni del Cosenza.Anche se storicamente il calcio a Cosenza ha già superato i 100 anni di vita.
Sarebbe meraviglioso festeggiarli tutto l'anno e per sempre senza mai più dover subire l'onta di una sconfitta con i carneadi del pallone.



Enrico Mandarino

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